Da Il Mamilio: Don Marco Aspettati: “Ecco perché continuo a dire sì a Villa Sora”

Da Il Mamilio: Don Marco Aspettati: “Ecco perché continuo a dire sì a Villa Sora”

Don Marco Aspettati, direttore dell’Istituto salesiano di Villa Sora a Frascati, parla del suo incarico in quella che è una delle realtà scolastiche – ma non solo – più importanti del territorio tuscolano.

Da quanto si trova a Villa Sora e quale realtà, al suo arrivo, ha trovato?

Sono qui da più di 4 anni. Questo è il mio quinto anno in questa bella realtà, ma è il primo che vivo come direttore. Prima ho svolto l’incarico di animatore pastorale. Il mio arrivo, quindi, non è recente. Posso però dire che in questi 4 anni la realtà è cambiata; grazie soprattutto al lavoro paziente del mio predecessore nel ruolo di direttore, don Francesco, mi sembra che l’istituto sia molto cresciuto in quella che dovrebbe essere la sua missione specifica: offrire una scuola di qualità, fedele al carisma salesiano.

Da sempre l’Istituto salesiano è molto legato al territorio tuscolano, per le scuole ma non solo. Ha avuto modo di “toccare con mano” questo legame?

Certamente sì. Ora poi, da direttore, ancora di più. Impressiona davvero il numero di persone presenti sul territorio che hanno avuto relazioni con Villa Sora, a cominciare dagli ex-allievi, ma non solo. Ogni giorno che passa vedo l’interesse che c’è verso il nostro Istituto da parte della chiesa locale e di enti come l’Enea, l’università di Tor Vergata, il comune di Frascati, l’IRVIT, gli enti sociali e del terzo settore, le altre scuole paritarie cattoliche, le scuole statali (per citarne alcuni). Con queste realtà ci sono collaborazioni strette, avviate da tempo o in tempi recenti.

Quali le prime iniziative da direttore e quali, se possibile, i punti fermi sui quali continuare a svolgere il lavoro di chi l’ha preceduta?

La prima iniziativa quando si riceve un nuovo incarico è… non fare troppe cose nuove, se non ciò che è strettamente necessario. La cosa migliore è mettersi in ascolto e conoscere. Il primo punto fermo su cui credo sia importante continuare a operare è la prosecuzione del lavoro di costruzione di una scuola che metta al centro il ragazzo e l’educazione, proponendo un modello di persona che fa della sua vita, dei suoi talenti e di tutto ciò che acquisisce nella formazione di questi anni scolastici un dono per gli altri. E’ il modello di persona che scaturisce dal Vangelo, che è il centro della nostra missione a Villa Sora. Oggi come oggi provare ad educare davvero è forse la cosa più controcorrente che si possa fare. Ma è anche la più appassionante e qui ci proviamo ogni giorno, con tutti i nostri limiti ed errori.

Altro punto fondamentale è la valorizzazione del patrimonio artistico di Villa Sora, in sinergia con gli enti del territorio, al fine di farne un polo tecnologico-artistico-culturale di rilievo. 

L’istituto scolastico di Villa Sora è da sempre un’eccellenza: quale la direzione che si sta seguendo per restare costantemente al passo con i tempi?

Potrei dire varie cose (l’inglese, la didattica per canali, ecc…) tutte certamente importanti e che abbiamo ben presenti….. ma come accennavo poc’anzi la cosa più controcorrente ma, allo stesso tempo, la più necessaria oggi, crediamo che stia proprio nell’educare e nell’educare al dono di sé. Mi sembra che sia ancora, e sempre di più, questo il motivo principale per cui i genitori e i ragazzi scelgono la nostra scuola. Creare un ambiente in cui le relazioni siano vere e davvero educative è, secondo noi, molto al passo coi tempi, visto che ad essere maggiormente in crisi oggi, prima ancora che l’apprendimento di una materia piuttosto che di un’altra, sono proprio le relazioni umane, personali, sia quelle tra pari età sia quelle tra adulti e ragazzi.

A tal proposito capita a volte che qualcuno pensi a Villa Sora come ad un ambiente ovattato, che non preparerebbe al mondo di oggi, un mondo in cui nessuno regala niente, in cui bisogna far fatica e in cui le relazioni tra le persone sono tutt’altro che semplici o possibili. Quindi sembrerebbe meglio scegliere una scuola dura, che metta alla prova, altrimenti poi i ragazzi non sarebbero in grado di stare al mondo. Questa idea è, in realtà, un grande abbaglio. Villa Sora sarebbe un ambiente ovattato se viziasse i ragazzi, se togliesse davanti a loro gli ostacoli o i normali fallimenti che si possono incontrare durante un percorso scolastico. Ma non è questo che facciamo. Credo basti chiederlo ai ragazzi stessi. Se invece per ambiente “ovattato” si intende una realtà in cui le relazioni sono possibili, vere e curate allora ben venga, perché è questo in realtà l’unico vero modo di preparare i ragazzi per il mondo in cui vivono e vivranno. Quante persone oggi non sanno stare al mondo e sono causa di sofferenza per sé e per gli altri perché è mancato loro un ambiente in cui sentirsi amati e in cui essere educati davvero (“a quel ragazzo è mancata la famiglia”, diciamo spesso, no?). Quando invece i ragazzi hanno sperimentato in prima persona un ambiente sano dal punto di vista relazionale allora potranno poi portarne lo stile nel mondo in cui vivranno.

Del resto credo che nessun genitore imposti le relazioni familiari in modo che siano fredde e dure visto che tanto fuori sarà questo che attenderà i ragazzi… no?

Quali e quanti degli insegnamenti salesiani sono sempre presenti nell’attività didattica dell’istituto? E nella vita della comunità?

Beh, l’elenco sarebbe lungo. Ne sottolineo uno. Don Bosco puntava a creare confidenza nelle sue opere tra ragazzi ed educatori e questo cerchiamo di viverlo quotidianamente. I ragazzi sono conosciuti per nome e salutati personalmente; a loro si rivolge anche solo una parola benevola, o una correzione che è necessaria, un incoraggiamento, una pacca sulle spalle. Fino ai dialoghi lunghi con loro, raccogliendo i loro sfoghi o i loro sogni. Cerchiamo poi di tenere fissa, come obiettivo per noi, quella che era per don Bosco ed è per i salesiani di sempre la frase che sintetizza la nostra missione: formare buoni cristiani, onesti cittadini e futuri abitatori del cielo.

La comunità salesiana di Villa Sora è forse aspetto meno noto rispetto all’attività scolastica: ci può raccontare qualcosa?

Siamo una comunità di 13 confratelli salesiani ma in questo momento a Villa Sora siamo in 12, perché il nostro confratello più anziano si trova nell’infermeria salesiana presso l’Istituto salesiano Pio XI. Siamo 11 sacerdoti e 2 coadiutori (ovvero confratelli consacrati che non sono sacerdoti). Sei confratelli hanno meno di 65 anni, mentre gli altri superano questa età, ma sono ancora attivi  nella scuola e si danno da fare in modo encomiabile. Come dice la nostra regola di vita facciamo del vivere e lavorare insieme un’esigenza fondamentale della nostra vita consacrata. Siamo impegnati ogni giorno a costruire una comunità educativa in corresponsabilità con tutti i laici che operano nella scuola. Ma il momento in cui diamo il massimo per Villa Sora è quando….ci riuniamo ogni giorno in preghiera. Senza questo non avrebbe senso la nostra vita, la nostra comunità e neanche Villa Sora.